Analisi & Attualità

Trasferta a New York – Future We Want Model United Nations

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Trasferta a New York – Future We Want Model United Nations

Da qualche giorno i nostri giovani delegati sono tornati dalla missione di New York dove hanno avuto l’opportunità di simulare i lavori degli ambasciatori di carriera e i meccanismi di funzionamento delle Nazioni Unite, visitando le sale operative del Palazzo di Vetro, interagendo con oltre 1500 coetanei provenienti da più di 130 paesi e godendo, al contempo, della bellezza della Grande Mela.

Qui sotto potete prendere visione dell’Album fotografico, che immortala alcuni dei momenti più significativi vissuti dai nostri giovani ambasciatori.

Immigrazione e sicurezza, decolla il primo corso a Verona

Sono iniziate questa settimana – fino al 18 gennaio – le lezioni della Winter School promossa dalla Italian Diplomatic Academy, uno dei più prestigiosi istituti di alta formazione affiliato direttamente al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite. Il workshop rappresenta il primo esempio di lezioni sul tema “Immigrazione e Sicurezza”.

La particolarità del corso è di combinare in un metodo innovativo lezioni frontali e simulazioni con giochi di ruolo, mettendo i partecipanti del corso a diretto contatto con le problematiche connesse all’immigrazione e alla loro gestione attraverso le politiche securitarie.

Il corso è attivato in collaborazione con il Comando Forze Operative e Terrestri di Supporto ( COM.FO.TER SPT) di Verona e con la Questura e la Prefettura del capoluogo veronese. Oggi presso il Palazzo Pindemonti Bentegodi si è svolta una lezione “esperienziale” a detta degli stessi organizzatori, che ha visto la partecipazione del Vice Prefetto Vicario di Verona Angelo Sidoti, del Vice Questore Vicario Giuseppe Maggese e, nel pomeriggio, del Presidente del Comitato di Verona della Croce Rossa Italiana Alessandro Ortombina.

Studenti, ricercatori, forze militari, professionisti. Il corso vuole mettere i venti partecipanti di fronte alla realtà dinamica della gestione dei flussi migratori visti da più punti di vista – Stati nazionali, organizzazioni internazionali, Ong. Dai case studies sulla mafia nigeriana all’esperienza della Questura e della Prefettura, dal terrorismo al ruolo delle organizzazioni nell’applicazione quotidiana dei valori umanitari e della cooperazione internazionale.

Il tutto con l’obiettivo di formare una nuova generazione di analisti, politici e studiosi capaci di fronteggiare le principali questioni diplomatiche internazionali.

Guarda il video:

La corruzione tra realtà e rappresentazione: a Roma la ricerca di Giovanni Tartaglia Polcini

Il 10 gennaio, a Palazzo Altieri, in Piazza del Gesù 49 a Roma, è stata presentata la ricerca “La corruzione tra realtà e rappresentazione. Ovvero: come si può alterare la reputazione di un Paese”, curata dal magistrato Giovanni Tartaglia Polcini, Membro della Commissione Affari Giuridici dell’Italian Diplomatic Academy, con prefazione di Raffaele Cantone.
Sono intervenuti Federico Cafiero de Raho, Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo; Raffaele Cantone, Presidente ANAC; Gian Maria Fara, Presidente Eurispes; Mauro Paoloni, Vice Presidente Vicario Banco BPM. Modera Alfredo Durante Mangoni, Ministro Plenipotenziario della DGMO del Ministero degli Esteri.

L’Italia è indiscutibilmente caratterizzata da un significativo tasso di corruzione. Tuttavia, dipingere un Paese come corrotto, o anche più corrotto di quanto realmente non sia, può avere effetti diretti e indiretti sull’economia. 
Per questa ragione, la ricerca curata da Giovanni Tartaglia Polcini, basata sull’econometria della corruzione, ha come obiettivo quello di verificare la fondatezza del giudizio espresso nei confronti dell’Italia dai più comuni indicatori di natura percettiva diffusi sul piano globale. 

Sostenibilità ambientale delle missioni Onu: Gruppo Amici fa bilancio primo anno di attività e prospettive

NEW YORK, 30 NOVEMBRE – La Rappresentanza Permanente italiana alle Nazioni Unite ha ospitato oggi, al termine del suo primo anno di attività, il Gruppo di Amici per la sostenibilità ambientale delle missioni ONU sul campo (Group of Friends Leading on environmental management in the field –LEAF), co-presieduto da Italia e Bangladesh. All’incontro hanno partecipato l’Under-Secretary General ONU per il Sostegno Logistico, Atul Khare, e i rappresentanti dei 27 paesi aderenti.

“Il Gruppo di Amici ha lavorato intensamente in questo primo anno di attività, ottenendo risultati importanti. Grazie alla sua azione di sensibilizzazione, l’impegno per il controllo e la riduzione dell’impatto ambientale delle operazioni delle Nazioni Unite è stato assunto anche a livello politico nel quadro della dichiarazione di impegni condivisi “Action for Peacekeeping”, promossa dal Segretario Generale, con cui sono stati fissati standard per migliorare l’efficacia e l’efficienza delle operazioni di pace. E’ un riconoscimento importante della rilevanza della dimensione ambientale per le operazioni delle Nazioni Unite, che sono chiamate ogni giorno sul campo a dare l’esempio, applicando principi cardine dell’Agenda 2030 come il rispetto degli ecosistemi e la sostenibilità”, ha detto la Rappresentante Permanente italiana, Ambasciatrice Mariangela Zappia, che ha presieduto la riunione.

“Abbiamo fatto il punto sui risultati raggiunti e fissato le linee strategiche per l’anno prossimo. L’Under-Secretary General Khare ha confermato l’importanza del sostegno del Gruppo per l’attuazione della Strategia Ambientale del Dipartimento per il Sostegno Logistico, soprattutto nello snodo cruciale rappresentato dalla riforma dell’ONU che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2019. L’Italia, primo contributore di caschi blu tra i paesi occidentali e tra i maggiori contributori al bilancio del peacekeeping, continuerà a porre l’accento sull’importanza che le Nazioni Unite adottino un approccio responsabile rispetto all’impatto ambientale delle proprie operazioni, favorendo, attraverso il Gruppo, un dialogo costante con i paesi contributori di truppe e polizia e richiamando l’attenzione sulle esigenze delle popolazioni e dei paesi in cui le missioni operano.”

FAO: vino, siti in Italia (Soave) e Iran riconosciuti Patrimonio agricolo di rilevanza mondiale

ROMA, 3 DICEMBRE – Lusinghiero riconoscimento per i tradizionali sistemi di coltivazione dell’uva in Iran e i vitigni Soave in Italia: sono stati ufficialmente riconosciuti dalla FAO come Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS), per il loro modo unico di produrre uva e prodotti a base di uva usando pratiche e conoscenze tradizionali preservando biodiversità ed ecosistemi. Fao
I siti sono stati designati durante una riunione del gruppo consultivo scientifico GIAHS a Roma secondo criteri di selezione che comprendono diversi fattori: sono di importanza globale; hanno valore di bene pubblico in termini di sostegno alla sicurezza alimentare, sussistenza, agro-biodiversità, sistemi di conoscenza, tecnologie adattate e cultura; hanno paesaggi eccezionali.
È la seconda volta che i siti in Italia e in Iran vengono aggiunti all’elenco dei sistemi del patrimonio agricolo globale. La rete del patrimonio agricolo globale della FAO comprende ora 54 straordinari paesaggi in 21 paesi in tutto il mondo.

Vigneti tradizionali Soave in Italia Fao

Le colline e terrazzamenti di Soave rappresentano uno dei sistemi agricoli meglio conservati di valore storico del Veneto. La produzione della vite e del vino nella zona di Soave risale all’epoca dell’impero romano. I vigneti nel loro stato attuale sono stati mantenuti da più di 3 mila famiglie per 200 anni. Questo sistema ha mantenuto i metodi tradizionali per la coltivazione dell’uva Garganega ed è riuscito a garantire una fonte di reddito sostenibile per l’intera catena di produzione: viticoltori, produttori di vino e imbottigliatori, anche durante i periodi più difficili.
Nonostante siano costituiti da piccoli o piccolissimi terreni, i vigneti hanno lasciato il segno nei mercati del vino altamente competitivi grazie al forte senso di cooperazione ed innovazione del consorzio di Soave. Le uve coltivate nel sistema vengono utilizzate per produrre uno dei più famosi vini italiani, il vino Soave.

La Valle di Jowzan in Iran Fao

Le uve e il sistema di produzione di uva a Jowzan ha una lunga storia. Gli agricoltori hanno reso possibile la coltivazione dell’uva in condizioni di freddo estremo grazie a tecniche uniche al mondo. Conoscenze e strumenti tradizionali consentono agli agricoltori di elaborare più di 40 diversi prodotti di uva su 130 diversi vitigni. Questo, insieme a una maggiore resa per ettaro, abilità uniche dei coltivatori, il giusto livello di zucchero – sono tutti fattori che rendono l’uva e l’uva passa della Valle Jowzan diversa da altre parti del paese e le più vendute tra i consumatori.
Nel corso degli anni, il sistema ha migliorato significativamente gli standard di vita delle persone, ma ha anche dato un impulso allo sviluppo turistico e offerto una opportunità unica per rilanciare l’economia rurale.

Chi è Claudio Graziano, il generale italiano al vertice del Comitato militare dell’Unione Europea

Da martedì scorso, da quando cioè ha preso servizio a Bruxelles, c’è un italiano al vertice del Comitato militare dell’Unione Europea, il massimo organismo militare composto dai capi di stato maggiore della Difesa dei paesi membri. È il generale Claudio Graziano. Eletto un anno fa, subentra al generale greco Mikhail Kostarakos. Nella corsa al prestigioso incarico, l’alto ufficiale italiano ha superato sia il candidato francese sia quello tedesco. Tanto da risultare il più votato dai 27 capi di Stato Maggiore degli Stati membri.

Un italiano che lavorerà fianco a fianco con un’altra italiana. Il presidente del Comitato militare è infatti consulente militare dell’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione. Il ruolo di ministro degli Esteri europeo è attualmente ricoperto dalla connazionale Federica Mogherini, che resterà in carica fino al termine del mandato della commissione Juncker, ovvero fino al 31 ottobre 2019.

Nella nuova veste Graziano ha anche il compito di presentare i pareri e le decisioni di natura militare assunte dal Comitato militare presso quello Politico e di sicurezza (Psc), nonché di fornire direttive e linee guida al Direttore generale dello European Union Military Staff (Eums).

Nella nuova veste Graziano ha anche il compito di presentare i pareri e le decisioni di natura militare assunte dal Comitato militare presso quello Politico e di sicurezza (Psc), nonché di fornire direttive e linee guida al Direttore generale dello European Union Military Staff (Eums).

Tra le sfide che attendono il generale italiano, da una parte il rafforzamento della dimensione di difesa e sicurezza del continente, nell’ambito della Pesco (Cooperazione strutturata e permanente); dall’altra il rilancio della cooperazione tra Nato e Unione europea, soprattutto sul piano della sicurezza e della lotta al terrorismo. Per quanto riguarda la Pesco, che nasce dall’intento di francesi e tedeschi di tutelare il mercato della difesa europeo, il Consiglio europeo ha approvato i primi 17 progetti di collaborazione, che vanno dal controllo sui mari alla lotta contro gli attacchi cibernetici. L’Italia partecipa a 15 di questi progetti.

Sotto il secondo aspetto, gli Usa guardano con sospetto alle iniziative promosse di recente dall’Unione europea nel campo della difesa. Il timore a Washington è duplice: che queste misure vadano a indebolire la Nato. E che questa cooperazione rafforzata vada di fatto a togliere spazio ai giganti dell’industria bellica Usa nel mercato europeo. L’Italia peraltro si trova in una posizione particolare: il rapporto con gli Stati Uniti è particolarmente stretto, come dimostra la recente decisione di esentare per sei mesi l’Italia dalla sanzioni sull’acquisto del petrolio iraniano. E Graziano, per quanto chiamato a ricoprire un ruolo a vocazione europea, è un italiano.

Torinese, 65 anni, nel dicembre del 2014 Graziano è stato designato Capo di Stato Maggiore della Difesa, e ha assunto il comando delle Forze Armate italiane dal 28 febbraio 2015 fino a lunedì scorso, quando ha lasciato Roma per Bruxelles.